Progetto Arte ad Ikondo


Per buona parte del viaggio una parte di noi (Daniela, Martina, Silvia) si fermerà nel piccolo villaggio di Ikondo, perso tra gli altopiani del sud-ovest della Tanzania, ospitati da Silvia e Ivano, i due volontari del Cefa stanziati là.

Il nostro compito sarà quello di mettere le basi per un progetto  chiamato "Presente: arte e colore per i bambini - Il Futuro: una strada per aprirsi al mondo" che coinvolgerà i bambini dei 5 asili sparsi per il vasto territorio di Ikondo.

Il progetto in breve:

L'intervento si propone di sostenere i 250 bambini frequentanti gli asili e i 700 bambini della scuola primaria attraverso le seguenti azioni:
1.     Fornire gli asili di adeguate strutture per le cucine
2.     Tinteggiare le pareti interne di  alcuni asili .
3.     Consolidare l'attività degli asili  e delle scuole primarie attraverso un corso di pittura , aiutandoli a conoscere il valore dell’arte e del disegno come mezzo per interpretare la realtà.(sostenendo le spese di vitto ed alloggio)
4.     Acquistare il materiale necessario per realizzare i corsi nella scuola.

 
Alleghiamo il volantino che sarà distribuito durante la 16a Giornata della Solidarietà (2-5 Settembre 2010) e la lettera di una volontaria del villaggio di Ikondo.
Per ogni altra informazione e scaricare il pdf dell'intero progetto: www.frontierenuove.eu

LETTERA APERTA DI UNA VOLONTARIA A IKONDO
Mi chiamo Silvia Marocco, sono originaria di Asti, e dal 20 gennaio 2010 vivo a Ikondo con mio marito Ivano Deltetto.
Sono passati sei mesi dal nostro arrivo in Tanzania e piu` precisamente a Ikondo.
Fin dal primo momento, abbiamo cercato di aprire mente, orecchie, occhi e tutti i pori della nostra pelle per poter accogliere quanto di meraviglioso questa terra possa` donarci. Ci stiamo inserendo in punta di piedi in questa realta` cosi` diversa da quella in cui siamo cresciuti e stiamo apprendendo, ogni giorno, insegnamenti profondi.
Vivere fuori dal mondo, ma dentro un luogo meraviglioso come Ikondo, a volte puo` sembrarci pazzesco, ma , in ogni occasione, ci dona una forza mai conosciuta prima.
Uno degli ambiti in cui lavoriamo e` l`educazione: in particolar modo quella dei bimbi in età pre-scolare. A Ikondo, grazie soprattutto al lavoro del CEFA, che in questi anni ha portato quaggiù luce e acqua, ci sono 5 asili gestiti in cooperazione con gli abitanti del villaggio.
Le insegnanti sono spesso delle Dade (sorelle) che non hanno fatto scuole particolari e che molto probabilmente nel giro di poco tempo lasciano  il lavoro, per una gravidanza o per emigrare in un altro paese. Questo continuo cambiamento di insegnanti rende difficile l'organizzazione del lavoro quotidiano e la programmazione dell' impegno futuro.
Osserviamo i bambini, le  loro maestre, i luoghi di ritrovo.
Parliamo con la gente del posto per capire cosa si aspetta da noi, cosa pensa sia meglio per il futuro dei propri figli.
Le visite all'interno degli asili ci hanno fatto entrare in contatto con una realtà molto diversa da quella che siamo soliti immaginare quando pensiamo alla scolarizzazione di  questa fascia d'età. La sperimentazione  del colore, dei materiali, della fantasia rimane estranea alla didattica utilizzata in questi contesti. La precoce alfabetizzazione del bambino (in Tanzania bisogna arrivare alla scuola primaria già sapendo leggere e scrivere)toglie spazio alla libera espressione e alla manifestazione delle potenzialità artistiche: l'apprendimento  esclusivo di lettere e numeri si sostituisce alle altre fondamentali tappe di sviluppo dell'espressione grafica, ludica e artistica.
I bambini di Ikondo non sanno disegnare. E un mondo non disegnato è un mondo non sognato.
Vorremmo che questi bambini, e non solo quelli dell`asilo, potessero vivere un`esperienza immersa nei colori e volare sull`arcobaleno delle tempere per rinascere piu` sereni e gioiosi.
Ci piacerebbe che i luoghi dove vivono ogni giorno fossero carichi di colori e di gioia.

LA STRADA CHE PORTA IN CAPO AL MONDO
Arrivare a Ikondo? Un`impresa!
Prima di partire mi avevano avvertito, che avrei vissuto i successivi due anni in mezzo al nulla, ma non avevo capito esattamente cosa significasse “nulla” finche` non sono arrivata qui.
Ikondo e` un villaggio del distretto di Njombe, regione di Iringa, in Tanzania, che dista da Dar es Salam (capitale economica dello stato), circa 1200 Km.
Arrivati a Njombe si prende una delle tante strade sterrate che portano nel nulla, ed ecco che inizia la giostra! Per tre ore e mezza (durante la stagione delle piogge possono anche diventare 4, 5, 6 ...) si balla sugli ammortizzatori del pick-up, scaraventati a destra e a manca, sperando sempre che il carico nel cassone non se ne voli via.
La strada e` di terra rossa, e sembra un grande campo da tennis, ma quando piove si trasforma in un manto di fango scivoloso e insidioso.
La strada peggiora nel periodo della raccolta del the, piu` o meno a meta` della stagione delle piogge, poiche` i camion stracarichi di prodotti e di gente creano solchi profondi difficili da evitare.
Non e` facile ne` la salita ne` tanto meno la discesa. Spesso ci si ferma per spingere la macchina o per aspettare che una trentina di ragazzi riescano a far muovere un pulman o un camion impantanato.
Questa e` la disastrosa situazione per chi e` in possesso di un mezzo di locomozione. Ma siamo pochi fortunelli.
A Ikondo, villaggio di 3000 anime, ci sono in totale 3 macchine, di cui due del progetto e una di un privato; due trattori (del CEFA) e un camion.
I nostri “villeggianti” si muovono prevalentemente a piedi, alcuni hanno biciclette (solo gli uomini) e ancor meno hanno moto.
Il pulman arriva a circa 20 Km da Ikondo...dopo il nulla.
Le donne vengono usate come muli. Non possono usare mezzi di trasporto eccetto le proprie gambe e riescono a caricarsi sulla testa pesi superiori al proprio di almeno 3 o 4 volte, senza dimenticare i bimbi appesi alle loro schiene.
Prevalentemente scalze, viaggiano per kilometri per poter portare i risultati del proprio raccolto nel paese vicino e fare un po` di commercio.
La strada per gli abitanti di Ikondo e` la vita, il collegamento con il resto del mondo, per il commercio, per poter essere curati.
Finche` gli autobus non potranno arrivare fin qui rimarra` sempre escluso dalle attivita` del paese e sopratutto la vita dei suoi abitanti rimane appesa ad un filo e alla disponibilita` delle nostre macchine.